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L’alimentazione dei cani – alcune considerazioni da tenere presente

Mi permetto di riportare un estratto tratto da un enciclopedia canina, dove a mio avviso vi sono alcune nozioni da tenere presenti nell’alimentazione del cane in relazione con la nostra voglia di umanizzarlo ..

Per quanto posso essere comprensibile e scusabile, accomunare il cane a un piccolo essere umano è un errore biologico che può rivelarsi pericoloso per l’animale, soprattutto nei riguardi dell’alimentazione, oggetto molto spesso di questo accomunamento.

Rispettare il cane e amarlo non consiste nell’attribuire caratteristiche e qualità umane al cane, per quanto sia giustificabile nei confronti dei forti sentimenti che proviamo per i nostri amici, questo atteggiamento potrebbe diventare pericoloso per il nostro cane.

Un classico esempio di queste realtà può essere osservato nell’alimentazione di un cane.

L’uomo varia la sua alimentazione a ogni pasto ma se il suo apparato digerente fosse simile a quello del cane queste variazioni alimentari equivarrebbero per lui ad avere costantemente la diarrea!

L’uomo cuoce e condisce i suoi alimenti, li aromatizza e li prepara perché abbiano un bell’aspetto per trarre piacere dal suo pasto ma se i suoi sensi fossero come quelli del cane, avrebbe bisogno solo degli odori del cibo per apprezzarlo pienamente.

Il cane è quindi semplicemente un cane e la cosa non deve dare fastidio a nessuno. Il nostro amico deve essere apprezzato, trattato e rispettato come tale, amarlo significa cercare di conoscerlo e comprenderlo meglio.

Il cane, contrariamente all’uomo, valuta l’alimento attraverso il suo odorato. La superficie della sua mucosa olfattiva è da 10 a 100 volte più estesa (a secondo della razza) di quella dell’uomo.

Il tartufo di un pastore tedesco, ad esempio, racchiude fino a 200 milioni di sensori olfattivi, mentre il più fine dei nasi umani non ne possiede più di 20 milioni. In compenso il gusto, contrariamente come sostengono molti luoghi comuni, nel cane interviene pochissimo nella scelta dell’alimento. L’uomo possiede 9000 “bottoni gustativi” (cellule che captano e analizzano il gusto degli alimenti), il cane ne ha da sei a otto volte di meno e una volta messo in bocca l’alimento lo stesso non viene tenuto in bocca per molto tempo ma indirizzato molto velocemente allo stomaco.

Il cane non mastica i suoi alimenti li inghiotte mentre l’uomo li prepara alla digestione con una lunga masticazione da cui trae piacere assaporandone il gusto e iniziando la digestione proprio da qua. Al contrario nel cane è nello stomaco che inizia la digestione degli alimenti.

Anche l’attività digestiva del cane differenzia di gran lunga da quella dell’uomo nel quale la flora intestinale è 1000 volte più densa e varia di quella del cane (per adattarsi meglio ai diversi tipi di cibo che dobbiamo assumere per trarre da ognuno i vari componenti che ci sostengono), quella del cane è invece molto mirata e molto meno variegata essendo originariamente mirata a trarre il massimo degli elementi nutritivi da un unico alimento dato dalle sue prede.

L’uomo è un onnivoro, dotato di gusto che ama la varietà per evitare di stancarsi di un cibo, il cane è un carnivoro ed il suo organismo è adatto a un tipo particolare di alimentazione.

Anche quando si crede di far piacere al proprio cane, preparandogli una alimentazione simile a quella dell’uomo, questa non sarà mai adatta alla sua condizione e alla sua morfologia, 10.000 anni di addomesticamento della specie canina non sono bastati a trasformare questo carnivoro in un onnivoro.

L’uomo ha il dovere di nutrire il proprio cane in armonia con i suoi reali fabbisogni e non in funzione delle sue abitudini, l’animale è animale e in nessun caso un essere umano sul piano biologico e fisiologico, dunque bisogna cercare di scegliere l’alimento più adatto al proprio cane sulla base dei suoi reali bisogni e non influenzarlo o avvicinarlo alle proprie abitudini alimentari.

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